L’Inseguimento della perfezione
Più magra. Dovevo essere più magra.
Mentre calcolavavo le calorie del pranzo che fingevo di mangiare e pianificavo i miei prossimi esercizi, la perfezionista che era in me gioiva al pensiero di perdere altro peso. Questo stile di vita, fatto di digiuni e di intensa attività fisica non poteva durare, lo sapevo, ma per qualche ragione non m’importava. Se avessi potuto essere abbastanza magra- credevo- ogni cosa sarebbe stata perfetta. Se avessi potuto essere abbastanza simile alle ragazze sulle copertine delle riviste, quelle che erano chiamate “belle” e “perfette”, quel vuoto che sentivo avrebbe potuto essere riempito.
Più attiva. Dovevo essere più attiva.
Mentre correvo da una riunione all’altra e raccoglievo l’ennesimo modulo d’iscrizione ad un’altra associazione studentesca all’università, la perfezionista che era in me era felice al pensiero di poter aggiungere ancora qualcosa al mio curriculum, prova per tutte le facoltà di medicina che ero la ragazza perfetta, in grado di fare qualunque cosa.Le settimane programmate in questo modo, con dozzine di riunioni, i corsi che seguivo e tantissimo studio lasciavano poco tempo per dormire, ma per qualche ragione non m’inmportava. Se avessi potuto essere abbastanza brava-credevo- il mio futuro sarebbe stato sicuro. Tutte le facoltà di medicina avrebbero visto che ero la studentessa perfetta. Mi avrebbero accettata e , allora, questo vuoto che sentivo avrebbe potuto essere riempito.
Amata. Volevo solo essere amata.
Mentre ero seduta sul mio letto a castello, nella colonia estiva dove stavo lavorando, ho realizzato quanto disperatamente volevo essere amata. Quell’estate avevo parlato di amore molto spesso. Potevo recitare il vangelo alle ragazze della mia cabina e dicevo loro che dio le amava. Potevo indicare la croce sulla quale Gesù è morto per i nostri peccati e dire “ gesù vi ama così tanto! Lui è morto per voi!”
Ma ancora, per qualche ragione, mi mancavano la gioia e la libertà che avevano gli altri cristiani. Il mio perfezionismo aveva oscurato la comprensione dell’amore che dio aveva per me.
Alla colonia, quell’estate, quando alla fine sono stata sopraffatta da tutto quell’inseguire, ho chiesto a dio di mostrarmi il suo amore…e lui lo ha fatto! Dio mi ha mostrato che il vangelo era vero anche per me. Leggendo la bibbia, ho visto per la prima volta che, grazie alla morte di Gesù sulla croce, ero stata invitata ad essere parte della famiglia di dio. Ero stata del tutto accettata, semplicemente così com’ero. Dio non voleva che cambiassi nulla di me.
Da quel momento ho capito che essere parte della famiglia di dio significa che dio ha una sedia al suo tavolo per me. Che Dio accogli e desidera la mia presenza. Che mi ama completamente, interamente ed immutabilmente, non importa come appaio agli occhi del mondo. Non ho bisogno di essere diversa da quella che sono, in questo momento, per ricevere l’amore di dio. Posso smettere di insegure la bellezza e il successo, perché non è questo che dio desidera. Non c’è spazio per il mio perfezionismo alla base della croce.